venerdì 9 settembre 2011
Pareggio di bilancio sì, tagli ai politici no
Con un’attenzione che definire maniacale è un eufemismo, il governo italiano ha preparato una manovra che ha tagliato qualunque spesa, qualunque contributo, qualunque stipendio, pensione e cose del genere salvo i costi dei parlamentari. Eppure in qualche modo aveva spergiurato, lo stesso governo o alcuni dei suoi sodali, che anche su questo si sarebbero fatti sacrifici perché “è giusto dare l’esempio”. Ed invece…
Se per esempio, un deputato ha un altro lavoro e guadagna più di 9.847 euro netti, l’indennità di carica di 5.486 euro mensili netti (cui vanno sommati, tra diaria e rimborsi spese,più 7.193 euro di diaria e rimborsi spese che non verranno limitati) non è più tagliata al 50% come previsto, ma al 20%. per le cifre superiori a 90 mila euro annui d’indennità e al 40% a partire da 150 mila euro. Da tutto questo sono stati esentati i componenti degli organi costituzionali, la presidenza della Repubblica e la Corte costituzionale.I tagli ai politici erano stati previsti dall’articolo 13 della manovra economica.
Ma è stata resa all’”acqua di rose” anche la questione dell’incompatibilità dei parlamentari che avevano il divieto di ricoprire «qualsiasi altra carica elettiva pubblica», perché adesso questa limitazione viene ristretta alle altre cariche elettive «di natura monocratica» e relative a «organi di governo di enti pubblici territoriali aventi popolazione superiore ai 5 mila abitanti». Insomma i nostri circa mille parlamentari possono proseguire a fare i sindaci nei Comuni piccoli e medi, ma anche gli assessori in tutti i municipi, compresi quelli delle grandi città.
Però è stata resa legge dello stato l’obbligatorietà del pareggio di bilancio, ciò per cui in questi ultimi mesi siamo stati messi sotto pressione dalla comunità europea, e per la quale il governo ha dovuto presentare per adesso cinque manovre economiche per arrivarci nel 2013. La nuova norma che entrerà a far parte della Costituzione impone che «il bilancio dello Stato rispetti l’equilibrio delle entrate e delle spese; non è consentito ricorrere all’indebitamento» e solo «eventi eccezionali» saranno ammissibili per giustificare il mancato rispetto del pareggio di bilancio, ma questo dovrà essere stabilito «con voto espresso a maggioranza assoluta» dei componenti delle Camere.
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