Come sicuramente ricorderete, qualche
settimana fa a Napoli, il premier Berlusconi illustrava ai giornalisti
presenti all’uscita del Teatro San Carlo di Napoli il suo indice di
popolarità: «I sondaggi che ho io mi danno il 75,1% di
consensi, mentre Obama è al 59%. Quindi il mio è un record assoluto»
(Per intenderci, si parla di popolarità e apprezzamento dei leader
politici nei rispettivi paesi e non di intenzioni di voto). “Il Giornale” qualche
giorno prima titolava infatti: «Sondaggi Il Cavaliere è il leader più
amato al mondo». Meno interessanti per le tv italiane sono stati i
fischi di diversi manifestanti lì riuniti, mostrati solo in alcuni
filmati pubblicati sul web. Ora, nessuno mette in dubbio che tanti
italiani apprezzino l’operato del premier, ma è quantomeno legittimo
chiedersi dove sono quei sondaggi e chi li ha fatti. E’ come se quei
numeri fossero caduti dal cielo o fossero stati trovati sotto ad un
arcobaleno. Che si tratti veramente di sondaggi di sua proprietà o di
una società del suo gruppo e quindi, quantomeno opinabili? Non ci è dato
saperlo. Quello che è certo è che i media italiani non si sono
preoccupati troppo di verificare questo dato, limitandosi – come al
solito – a riportare solamente le parole del premier e a farle
commentare dai suoi adulatori e dai suoi oppositori. Ma noi abbiamo
voluto verificare, e siamo andati a cercare dei sondaggi internazionali,
svolti cioè in paesi avanzati e dall’informazione non “parzialmente libera” come recentemente è stata classificata quella italiana, per vedere se realmente Berlusconi è il “più amato”.
Tra gli istituti leader mondiali nella sondaggistica c’è senza dubbio la Harris Interactive.
Vi proponiamo dunque un recente sondaggio di questo istituto di
ricerca. E’ un sondaggio che misura la popolarità dei più importanti
leader mondiali, commissionato a Harris Interactive dall’emittente
televisiva francese France 24 e dall’International Herald Tribune,
quotidiano venduto in più di 180 paesi. Il sondaggio, che
successivamente è stato pubblicato anche su altri autorevoli quotidiani,
è stato effettuato su un campione di 6.538 persone (età 16-64) in
Francia, Germania, Gran Bretagna, Spagna e Stati Uniti e in Italia, tra
il 25 febbraio e il 3 marzo. Ecco dunque gli indici di popolarità dei
principali leader mondiali (media dei sei paesi):
1. Obama 80%
2. Dalai Lama 74%
3. Merkel 51%
4. Blair 48%
5. Sarkozy 40%
6. Ratzinger (Papa Benedetto XVI) 39%
7. Brown 36%
8. Zapatero 35%
9. Ban Ki-Moon 33%
10. Barroso 30%
11. Lula 25%
12. Berlusconi 17%
13. Fidel Castro 16%
14. Putin 16%
15. Chavez 14%
16. Mednev 10%
17. Hu Hintao 9%
18. Al-Assad (Siria) 8%
19. Ahmadinejad 6%
«Obama è di gran lunga il leader più popolare in Europa e negli Stati Uniti. Nessun altro leader al mondo può vantare una popolarità minimamente paragonabile alla sua».
Non pare ci siano dubbi: Obama è “di gran lunga” (“by far”) il più
popolare al mondo. Per la Harris Interactive la differenza di popolarità
tra Obama e Berlusconi è veramente abissale e incolmabile: 80% di apprezzamento per Obama contro solo il 17% per Berlusconi. Obama è primo, Berlusconi solo dodicesimo su diciannove.
Continua il documento di Harris Interactive:
Continua il documento di Harris Interactive:
«A livello europeo, la Merkel è la più popolare e Berlusconi il meno popolare».
La Merkel infatti, con il suo 51% di apprezzamento, vanta ben 34 punti
percentuali in più di Berlusconi. E’ interessante inoltre notare come a
livello internazionale i politici meno “amati” di Berlusconi siano
soltanto dittatori o figure controverse: Fidel Castro,
Putin, Chavez, Mednev, Hu Hintao, Al-Assad e Ahmedinejad. Berlusconi ha
solo un punto di gradimento in più di Fidel Castro. Dal sondaggio emerge
anche un altro dato interessante: il gradimento di Berlusconi è buono
tra i telespettatori-elettori italiani (38%) ma decisamente più
inferiore in Europa e negli Stati Uniti: 16% negli U.S.A. e in Spagna,
13% in Inghilterra, 12% in Germania e addirittura solo il 7% in Francia.
Infatti, tra tutti i leader occidentali, Berlusconi è quello con la più
grande differenza tra la popolarità interna (38%) e quella media tra i
sei paesi (17%), ben 21 punti percentuali di differenza. E’ lecito
concludere, anche se ognuno può trarre le sue conclusioni, che
probabilmente il possesso di molti media italiani
giochi fortemente a suo favore nel mantenere i suoi consensi elevati.
Difatti la Harris International non lascia spazio a dubbi, scrivendo
chiaramente:
«La grande differenza tra la popolarità del Primo Ministro Berlusconi in Italia rispetto agli altri paesi è sicuramente il riflesso del suo controllo sulla gran parte dei media italiani».
Analizzando solo il campione statunitense, il gradimento di Berlusconi
da novembre a aprile è diminuito di 4 punti (dal 20 al 16%), forse per
via della tanto criticata dichiarazione infelice riguardo al colore
della pelle di Obama. Ma il gradimento di Berlusconi da novembre a
aprile è diminuito in tutti i campioni parziali: in Gran Bretagna dal 16
al 13% (forse per aver fatto innervosire l’autorevole regina
d’Inghilterra); in Spagna dal 20 al 16%; in Germania dal 14 al 12%
(forse per via della gaffe fatta con la Merkel); in Francia dal 9 al 7%.
Appare dunque opinabile anche un’altra frase spesso pubblicizzata su
diversi giornali della famiglia Berlsuconi, secondo i quali «Con
Berlusconi, l’apprezzamento del nostro paese all’estero è aumentato». I dati della Harris Interactive dimostrano il contrario: Berlusconi all’estero gode di una popolarità decisamente bassa. Persino
in Italia, dove è noto il potere mediatico del premier, la sua
popolarità è diminuita dal 43 al 38%. Sarebbe interessante conoscere la
sua percentuale di popolarità in Finlandia, dove un partito candidato
alle europee ha perfino lanciato uno slogan inequivocabile: «votateci,
fermeremo Berlusconi».
Visto che da anni in Italia i sondaggi hanno assunto una discreta importanza, ci auguriamo che in futuro ne venga fatto un uso più appropriato, più corretto e non meramente propagandistico. Se lo scopo non è quello di fare campagna elettorale ma di fare informazione (vera), allora andrebbero diffusi non solo i sondaggi “privati” o di istituti di ricerca in qualche modo collegati a Berlusconi o a gruppi politici e industriali italiani, ma anche quelli di importanti e indipendenti compagnie internazionali, in quanto assolutamente non sospettabili di mancanza di professionalità o vera e propria faziosità.
Visto che da anni in Italia i sondaggi hanno assunto una discreta importanza, ci auguriamo che in futuro ne venga fatto un uso più appropriato, più corretto e non meramente propagandistico. Se lo scopo non è quello di fare campagna elettorale ma di fare informazione (vera), allora andrebbero diffusi non solo i sondaggi “privati” o di istituti di ricerca in qualche modo collegati a Berlusconi o a gruppi politici e industriali italiani, ma anche quelli di importanti e indipendenti compagnie internazionali, in quanto assolutamente non sospettabili di mancanza di professionalità o vera e propria faziosità.
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