sabato 3 settembre 2011

WikiLeaks svela tutti i cablogrammi

Quello che le diplomazie di tutto il mondo avevano sempre temuto alla fine è successo: WikiLeak ha pubblicato on line, e senza filtro alcuno, tutti i 251mila cablogrammi trafugati dal Dipartimento di Stato americano. Gli stessi documenti che aveva iniziato a diffondere l’anno scorso in collaborazione con oltre 90 testate giornalistiche. Questa volta però dai documenti non sarebbero stati eliminati i nomi degli informatori delle varie ambasciate americane nel mondo compromettendone la sicurezza e inoltre la pubblicazione non è passata per il vaglio giornalistico come precedentemente era accaduto.
La direzione di WikiLeaks giustifica la decisione con il fatto che:”la stampa mondiale non ha abbastanza risorse” per vagliare tutti i documenti e che comunque i giornali con cui ha collaborato non sono stati imparziali. L’intero archivio è stato messo dunque on line ed è consultabile a questi due indirizzi: link 1 e link 2. Il compito di ricercare notizie rilevanti è stato affidato agli utenti.
La pubblicazione è stata preceduta da un sondaggio su Twitter in cui si chiede agli utenti se condividono la scelta di pubblicare integralmente il database. Inoltre in un editoriale pubblicato ieri da WikiLeak sul proprio sito ha spiegato le ragioni contenzioso aperto con il quotidiano londinese The Guardian, altro motivo che avrebbe spinto lo staff a pubblicare tutti i cablogrammi. Il Guardian è stato uno dei quattro quotidiani, insieme con il New York Times, il Der Spiegel e El Paìs, con cui WikiLeaks ha collaborato fino ad ora per la pubblicazione dei documenti riservati. WikiLeaks, e il suo fondatore Julian Assange, aveva già avuto qualche problema con il Guardian al momento di stipulare il contratto che garantiva al quotidiano, insieme agli altri tre, di avere in anticipo i documenti. Nell’editoriale viene accusato il giornalista investigativo del quotidiano britannico, David Leigh, di aver diffuso, trascrivendola nel suo libro ‘The Rise and Fall of WikiLeaks’, la password per accedere ai cablogrammi. Dal momento, si legge nel testo, che la password si stava diffondendo in maniera incontrollata, e che alcuni ne stavano traendo un vantaggio economico nel rivenderla, WikiLeaks ha deciso di giocare d’anticipo e rendere pubblici tutti i documenti senza necessità di codici di acceso. Il giornalista, si legge su Repubblica, si è difeso affermando che “Assange gli garantì che la password sarebbe durata pochi giorni e che dunque sarebbe stata ampiamente superata al momento della pubblicazione”.
Il sito di Assange aveva iniziato ieri a diffondere una prima parte dei cablogrammi, circa 130mila, subito dopo ave subito un attacco informatico che lo aveva reso inaccessibile per diverse ore.
Il Guardian, il New York Times, il Der Spiegel e El Paìs hanno diffuso una nota congiunta in cui prendono le distanze dalla decisione di WikiLeak di pubblicare i cablogrammi senza alcun controllo giornalistico preventivo per omettere le parti che avrebbero potuto mettere a rischio la vita degli informatori.
El Paìs fa l’esempio di un cablogramma del nell’aprile 2008 presso l’Ambasciata a Brasilia, dove viene fatto il nome di un senatore brasiliano che rivela importanti informazioni circa la formazione di guerriglieri terroristi nel suo paese.

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