lunedì 4 luglio 2011

Norma pro Berlusconi nella manovra Il governo blocca il Lodo Mondadori



Una norma inserita nella manovra economica potrebbe sospendere l’esecutività del mega risarcimento da 750 milioni di euro a carico della Fininvest e a favore della Cir di Carlo De Benedetti, se fosse confermato in appello dai giudici di Milano il verdetto di primo grado sul Lodo Mondadori.

Sospesa in appello l’esecuzione delle condanne civile che superano i 10 milioni di euro e stop in Cassazione per quelle che vanno oltre 20 milioni di euro in cambio di “idonea cauzione”. E’ quanto prevede il testo definitivo della manovra inviato al Quirinale che modifica due norme del codice di procedura civile, in particolare aggiungendo un comma all’articolo 283 e un periodo al primo comma dell’articolo 373.

L’articolo 283 prevede che “il giudice d’appello, su istanza di parte, proposta con l’impugnazione principale o con quella incidentale, quando sussistono gravi e fondanti motivi, anche in relazione alla possibilità di insolvenza di una delle parti, sospende in tutto o in parte l’efficacia esecutiva o l’esecuzione della sentenza impugnata, con o senza cauzione”. Viene aggiunto un ulteriore comma che stabilisce che la sospensione “è in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a 10 milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione”.

L’articolo 373 del codice prevede invece che “il ricorso per Cassazione non sospende l’esecuzione della sentenza. Tuttavia il giudice che ha pronunciato la sentenza impugnata può, su istanza di parte, qualora dall’esecuzione possa derivare grave e irreparabile danno, disporre con ordinanza non impugnabile che l’esecuzione sia sospesa o che sia prestata congrua cauzione”. A tale comma viene aggiunto un periodo che stabilisce che “la sospensione prevista è in ogni caso concessa per condanne di ammontare superiore a 20 milioni di euro se la parte istante presta idonea cauzione”.

E’ in questa norma che  potrebbe rientrare la sentenza di appello nella causa sul Lodo Mondadori attesa in questi giorni. In primo grado Fininvest era stata condannata a risarcire al gruppo De Benedetti 750 milioni di euro a titolo di risarcimento del danno subito per la corruzione nella vicenda giudiziaria.

Intanto, il testo del decreto legge sulla manovra economica è stato trasmesso al Colle. Testo al vaglio ora dei tecnici del Quirinale. Ieri era scoppiato un piccolo giallo con la nota della presidenza della Repubblica che avvisava il governo di non aver ancora ricevuto nulla dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Un manovra che, per ora, viene accolta positivamente dalla Commissione europea. Il portavoce del commissario Ue agli Affari economici e monetari ha dichiarato: “L’adozione della finanziaria multiannuale del governo italiano è positiva, poiché è in linea con le raccomandazioni, appena adottate, che chiedevano di prendere – continua – tutte le misure necessarie, senza ritardi, per raggiungere l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2014 e accelerare la riduzione del debito pubblico molto elevato” ma aggiunge “dato che i dettagli delle misure non sono ancora disponibili – conclude – non possiamo valutarli a pieno in questa fase”. Ma vediamo cosa contiene la tanto criticata manovra, composta da 39 articoli e 2 allegati.

Pensioni: confermata la stretta della rivalutazione automatica per il biennio 2012-2013. In primis sui trattamenti pensionistici superiore a 5 volte il trattamento minimo di pensione Inps. Per quelle, invece, che rientrano nelle fasce di importo dei trattamenti pensionistici compresi tra 3  e 5 volte il minimo, la rivalutazione viene ridotta ridotto del 45%. Un freno, dunque, per i trattamenti oltre i 1.428 euro. Viene poi confermato l’aumento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato. Si parte dal 2020 con un mese in più oltre i 60 anni per arrivare al 2032 con l’ultimo scaglione. Viene fissato, invece, al 2014, anziché 2015, l’avvio della misura che aggancia l’età pensionabile alla speranza di vita.

Rinnovabili: le prime informazioni sul testo confermano il ritorno del taglio del 30% degli incentivi e delle agevolazioni in bolletta per le energie rinnovabili. Ma è giallo sulla presenza all’interno del testo del passaggio: “Allo scopo di ridurre il costo finale dell’energia per i consumatori e le imprese a decorrere dal 1 gennaio 2012, tutti gli incentivi, i benefici – si legge ancora – e le altre agevolazioni, comunque gravanti sulle componenti tariffarie relative alle forniture di energia elettrica e del gas naturale previsti da norme di legge o da regolamenti sono ridotti del 30% rispetto a quelli applicabili alla data del 31 dicembre 2010″.

Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, fa sapere con una nota: ”Non mi risulta che nel testo della manovra inviata al Quirinale, sia stata reintrodotta la norma che prevede il taglio del 30% di incentivi e agevolazioni relative alle forniture di energia elettrica”. E il ministro per lo Sviluppo Paolo Romani conferma: ‘Nel testo definitivo della manovra finanziaria inviato al Quirinale non c’è nessun taglio degli incentivi per le energie rinnovabili”.

Tagli ai costi della politica: sforbiciata solo del 10 %. Viene tagliato di questa percentuale il finanziamento dei partiti politici che, cumulandosi con i precedenti, “porta ad una riduzione complessiva del 30 %”. Lo prevede l’art. 6 della manovra inserito nel capitolo dei “tagli alla politica” del decreto della manovra che è stato consegnato al Quirinale.

Tagli ai privilegi: i tanto costosi voli con gli aerei di Stato potranno essere effettuati solo dalle 5 alte cariche dello Stato. Ovvero: al Presidente della Repubblica, ai Presidenti di Camera e Senato, al Presidente del Consiglio e al Presidente della Corte Costituzionale. Tutte le “eccezioni” devono essere specificamente autorizzate, soprattutto con riferimento agli impegni internazionali e rese pubbliche sul sito della presidenza del Consiglio dei ministri, salvi i casi di segreto per ragioni di Stato”.

Stipendi dei parlamentari adeguati alla media europea: i salari dei parlamentari e dei grand commis non potranno superare i livelli medi di degli stipendi europei previsti per cariche omologhe. Ci sono, però, delle eccezioni, comei vertici di Bankitalia. Nell’art.1 si legge: “Per i componenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, il costo relativo al trattamento economico omnicomprensivo annualmente corrisposto in funzione della carica ricoperta non può superare la media del costo relativo ai componenti dei parlamenti nazionali”. Lo stesso limite vale “per i titolari di cariche elettive e incarichi di vertice o per i componenti degli organismi, enti e istituzioni”. Fra questi: Consob, Cnel, Antitrust, le autorità amministrative indipendenti, i presidenti di Regioni, Province, sindaci, consiglieri, provinciali e comunali.

Tagli dei benefici alle ex cariche politiche e di Stato: l’art. 4 del testo della manovra prevede che “fatta eccezione per il Presidente della Repubblica, e ferme restando le norme in materia di sicurezza nazionale e protezione personale, è previsto che dopo la cessazione dell’ufficio, i titolari – si legge ancora – di qualsiasi incarico o carica pubblica anche negli organi costituzionali e regionali, a loro favore non possono essere utilizzati immobili pubblici, anche ad uso abitativo, né destinato personale pubblico, né messi a disposizione mezzi di trasporto o apparati di comunicazione e di informazione appartenenti ad organi o enti pubblici o da questi comunque finanziati”. Non vengono, però, tagliati i tanto contestati privilegi agli ex presidenti di Camera e Senato, si legge, infatti, nel testo: “Per la cessazione dei benefit dei presidenti di Camera e Senato le “opportune deliberazioni saranno prese dalle rispettive Assemblee”.

Tagli ai costi delle auto blu: l’art.2 del testo della manovra economica prevede che “la cilindrata delle auto di servizio non può superare i 1600 cc”. Ma anche qui ci sono delle eccezioni, come per i voli di Stato, “fanno eccezione le auto in dotazione al Capo dello Stato ai presidenti del Senato, della Camera e della Corte Costituzionale, al Presidente del Consiglio e le auto blindate adibite ai servizi istituzionali di pubblica sicurezza”.  Stretta anche sui rinnovi del parco macchine. “Le auto attualmente in servizio – si legge nel testo – possono essere utilizzate solo fino alla loro dismissione o rottamazione e non possono essere sostituite”. Vengono poi disposte “modalità e limiti di utilizzo delle autovetture di servizio al fine di ridurne numero e costo”.

Superbollo: previsto un innalzamento della tassa sulle automobili potenti. E’ prevista, infatti, “un’addizionale erariale da dieci euro per ogni chilowatt di potenza oltre i 225 a partire già dal 2011 e da versare alle entrate dl bilancio dello Stato”.

Stangata su depositi titoli: è prevista una nuova imposta per chi possiede titoli. Il bollo che si applica alle comunicazioni relative sui depositi di titoli può salire dal 2013 fino a 380 euro per i depositi il cui valore è superiore a 50mila euro. Si passa da 10 euro mensile a 120 annuale. Dal 2013 poi per gli importi sotto i 50mila euro si va dai 12,50 euro mensile ai 150mila annuali e per quelli sopra i 50mila euro, dai 31,66 mensili ai 380 euro annui.

Aumenta l’Irap per banche e assicurazioni: è previsto l’aumento delle aliquote Irap per gli istituti di credito e per le altre società finanziarie, per le banche sale al 4,65% mentre, per le assicurazioni l’aliquota sale al 5,90%.

Dipendenti pubblici: viene prorogato di un anno il blocco del turn over, con delle eccezioni: corpi di polizia e vigili del fuoco. Poi viene confermato il congelamento degli aumenti degli stipendi  fino al 2014 e la stretta sulle assenze nel pubblico impiego.

Spunta la norma “anti-badanti”: in pratica un/a ultrasessantenne che dovesse sposare una donna/uomo di almeno vent’anni di meno, non potrà far avere a lei/lui la pensione di reversibilità se non dopo dieci anni dal matrimonio. Una norma nata sull’onda di casi di anziani circuiti dalla proprie badanti. Una norma che, certamente, susciterà molte polemiche.

E sulla norma che potrebbe salvare Berlusconi dal pagamento del Lodo Mondadori, l’opposizione va all’attacco. ”Sono senza vergogna, è scandaloso che in una finanziaria che prefigura lacrime e sangue per il Paese sia contenuta una norma di classe, che consente ai più ricchi dilatare il regolare corso della giustizia e che, guarda caso, molto probabilmente farà tirare un sospiro di sollievo alle aziende del presidente Berlusconi”. Così la capogruppo democratica nella commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti sul comma della manovra economica che blocca l’immediata esecutività delle condanne in appello superiori ai 20 milioni di euro.

“Si tratta di una norma nascosta alla fine dell’articolo 37 della manovra – denuncia – che modificando l’articolo 373 del codice di procedura civile, guarda caso, interviene sul processo Fininvest-Cir, quello sulla vicenda del Lodo Mondadori imponendo l’automatica esecuzione della sentenza che ha condannato Fininvest a risarcire Cir con 750 milioni di euro. Siamo davanti ad una norma ‘pro Berlusconi’, altro che “partito degli onesti”, anche in momenti così difficili il premier non dimentica gli interessi delle proprie imprese”.

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