Con il presidente del Consiglio sono iscritti, anche loro per abuso di ufficio, l'ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi e l'ex direttore generale della Rai, Mauro Masi. L'atto istruttorio deciso dal procuratore Giovanni Ferrara giunge dopo che il tribunale dei ministri ha restituito a piazzale Clodio il fascicolo di indagine, nato a Trani, dichiarandosi incompetente a giudicare il caso. Per i giudici, in sostanze, le 18 telefonate a Innocenzi e Masi al centro dell'inchiesta sono state effettuate da Berlusconi non nella sua veste di presidente del Consiglio.
L'iscrizione nel registro degli indagati arriva dopo la decisione del Tribunale dei Ministri di restituire il fascicolo alla Procura di Roma.
Gli inquirenti capitolini hanno preso atto della decisione (non vincolante) del tribunale del ministri: secondo il collegio speciale per reati ministeriali nella condotta di Berlusconi non è prefigurabile la concussione ai danni dell'ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi, né le minacce ai danni dell'Autorità Garante delle Comunicazioni per far chiudere Annozero, come ipotizzato a Trani. Su queste due fattispecie il tribunale ha archiviato la posizione del premier.
Per il tribunale dei Ministri è, invece, configurabile l'ipotesi di abuso d'ufficio per tutti e tre i protagonisti
Le reazioni. Niccolò Ghedini, parlamentare Pdl e avvocato del premier ricorda che "il Tribunale dei Ministri ha già archiviato tutte le accuse originariamente mosse proprio al Presidente Berlusconi". Dicendosi sicuro che anche la Procura seguirà la stessa strada. Per il segretario dell'Usigrai Carlo Verna, si apre adesso "una sorta di possibile processo al sistema del conflitto di interessi, che sta strangolando la Rai e la democrazia. Laddove possibile l'Usigrai chiederà la costituzione di parte civile. Ma mentre la giustizia farà il suo corso, occorreranno comportamenti limpidi dei vertici aziendali ai quali fin d'ora facciamo sapere che l'Usigrai non sottoscriverà la transazione con cui si accompagna Michele Santoro alla porta".
La vicenda. Diciotto telefonate per 'bloccare' Annozero. La bufera delle intercettazioni del caso Rai-Agcom, scoppiato a marzo 2010 con la pubblicazione dei primi stralci, e il braccio di ferro con Michele Santoro è stato uno dei capitoli più spinosi della gestione dell'ex dg Rai Mauro Masi a Viale Mazzini. Ma ha sollevato polemiche anche sull'indipendenza dell'Autorità per le garanzie nelle Comunicazioni, fino alle dimissioni del commissario Giancarlo Innocenzi, arrivate il 24 giugno dello scorso anno.
"Questa volta nessun editto bulgaro ci fermerà", tuonava Michele Santoro il 18 marzo sul divano rosso di Serena Dandini a Parla con me. Si era nel pieno del caos intercettazioni e solo due giorni prima il conduttore di Annozero aveva parlato per due ore davanti ai pubblici ministeri di Trani delle presunte pressioni per fermare il suo programma. Il 26 marzo, in un clima da stadio al Paladozza di Bologna, nel corso di Raiperunanotte Santoro avrebbe 'messo in scena' con le voci di attori i colloqui di Berlusconi, Innocenzi e Masi facendo 'prendere corpo' al disegno di chiudere il programma di Rai2.
Intanto il vertice dell'azienda non stava a guardare: il 24 marzo Viale Mazzini annunciò l'intenzione di chiedere alla procura di Trani gli atti dell'inchiesta Rai-Agcom, ma anche di non avviare nessun audit su Masi che, forte del sostegno della maggioranza, ribadì la volontà di "andare avanti": "Per me contano gli atti e i fatti aziendali. Mi sono sempre comportato nel pieno rispetto delle regole. Ho mandato in onda tutte le trasmissioni cercando soltanto di garantire la loro conformità alle normative vigenti".
Il 18 maggio il colpo di scena, con l'annuncio dell'accordo consensuale tra Santoro e l'azienda al quale mancava solo la firma. Una firma che non sarebbe arrivata mai. A fine luglio il Cda stabilì che dal 23 settembre Annozero sarebbe stato ancora in palinsesto. Si preparava una nuova stagione di battaglie e polemiche: nell'anteprima della prima puntata, Santoro pronunciò il celebre 'vaffa...nbicchiere'". Tre settimane dopo, la decisione del dg di sospendere il giornalista. Nella puntata successiva, la contromossa del conduttore: il ricorso al collegio arbitrale per ottenere l'immediata sospensione della sanzione. Lo scontro avrebbe toccato il culmine nel botta e risposta in diretta nella puntata del 27 gennaio scorso, quando Masi chiamò Annozero per 'dissociarsi' in diretta dalla puntata sul caso Ruby e il conduttore gli rispose a brutto muso.
L'ultima frecciata il 28 aprile scorso, quando Santoro ha annunciato al pubblico l'addio di Masi alla Rai facendo "un forte, fortissimo, ancora più forte in bocca a lupo" alla Consap, di cui l'ex dg Rai è diventato amministratore delegato.
A giugno, poi, sarebbe arrivato il divorzio tra lo stesso giornalista e la tv pubblica.
Fonte Articolo
Nessun commento:
Posta un commento