Il grafico dell’Economist mostra la differenza nei livelli di disoccupazione giovanile tra il primo trimestre del 2008, l’anno in cui sono iniziati per molti paesi i problemi legati alla crisi economica, e il primo trimestre di quest’anno. Le barre azzurre mostrano il livello di disoccupazione di tre anni fa, quelle blu scuro quello di quest’anno. La disoccupazione giovanile è aumentata sensibilmente in quasi tutti i paesi indicati nel grafico, fatta eccezione per la Turchia (invariato) e per la Germania.
Uno dei dati più interessanti è quello della Spagna, passata dal 21 per cento circa di disoccupazione giovanile del 2008 al 44 per cento circa del 2011. Il paese ha un mercato del lavoro relativamente rigido e diviso tra chi ha grandi garanzie e protezioni sul proprio impiego e chi è tagliato fuori da questo sistema, condizione che porta a doversi arrangiare con lavori temporanei spesso di scarso valore. Il mercato del lavoro dell’Irlanda è più flessibile, eppure il paese fatica ugualmente: il tasso di disoccupazione giovanile in tre anni è passato dal 10 per cento circa al 29 per cento. In Italia l’aumento è stato sensibile, ma inferiore rispetto a Spagna e Irlanda: dal 21 per cento circa al 29 per cento.
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