Stando alle ricostruzioni della polizia, Breivik ha prima posizionato la bomba a Oslo, poi si è diretto con un traghetto a Utøya. Lì, vestito in modo da sembrare un agente di polizia, ha detto di essere arrivato per verificare la sicurezza dei ragazzi che stavano partecipando al campo estivo dei Giovani laburisti. Ha fatto radunare tutti in un’area e poi ha cominciato a sparare. Per novanta minuti, fino all’esaurimento delle munizioni, ha sparato metodicamente e ha dato loro la caccia fino alla costa e al mare. A Utøya è stata accertata la morte di 85 persone ma la polizia teme ancora che la stima possa salire: ci sono 4 persone disperse e molti feriti gravi.
Nel corso della serata di ieri sono emersi online due documenti che Breivik aveva pubblicato prima di mettere in pratica gli attacchi. Il primo è un lunghissimo testo, quasi 1500 pagine, in cui Breivik descrive la sua ideologia e le sue posizioni politiche, descrivendosi come un crociato, un cristiano pronto alla guerra per difendere l’Europa dalla minaccia della dominazione islamica e marxista. Le ultime pagine del testo sono però un diario dettagliatissimo della preparazione dei due attacchi. Breivik racconta la pianificazione degli attacchi, cominciata nel 2009, e gli ottanta giorni che gli sono serviti a reperire i fertilizzanti e le sostanze con cui ha sintetizzato l’esplosivo. Racconta le tecniche utilizzate, le difficoltà incontrate. Il tutto è spezzato da racconti più normali, in cui Breivik spiega di aver vissuto con la madre per poter avere più soldi da dedicare ai suoi piani, in cui racconta come depistava i suoi amici e come passava il tempo libero, guardando episodi delle serie tv True blood o The Shield, oppure il festival musicale Eurovision.
Breivik descrive la bomba di Oslo come la “operazione A”, mentre la “operazione B” è quella portata a termine a Utøya, per la quale Breivik ha acquistato una gran quantità di armi e munizioni. Molti dettagli del racconto – e la lucidità con cui sono resi – sono raccapriccianti per il loro distacco, specie nei passaggi in cui Breivik si chiede che facce faranno quanti lo vedranno vestito da poliziotto o si chiede come e se sarà trovato dalle forze dell’ordine. Il video caricato su Youtube è un riassunto di quel testo: alla fine appaiono delle foto di Breivik, una di queste lo ritrae armato. Nel testo Breivik sembra alludere agli attacchi parlando di una “operazione di marketing” collegata al libro.
Il New York Times scrive che il manifesto è stato pubblicato “poche ore prima degli attacchi”. Il testo è firmato Andrew Berwick, una versione inglesizzata del nome del sospettato e le autorità lo considerano autentico. Il titolo del testo è “2083: Una dichiarazione di indipendenza europea”. Al suo interno si parla anche di un incontro segreto di “Cavalieri Templari” tenutosi a Londra nell’aprile del 2002: Breivik scrive che all’incontro parteciparono nove persone da otto diversi paesi europei e le autorità stanno indagando sulla loro esistenza e sulla loro identità.
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