ROMA - La data è stata scelta in tempi non sospetti, ma non poteva capitare meglio. Pochi giorni dopo il referendum che spinge l'Italia in maniera ancora più decisa a perseguire lo sviluppo delle fonti rinnovabili, scienziati, imprenditori e amministratori si riuniscono oggi e domani a Roma per valutare le "Prospettive di sviluppo dell'energia dal mare per la produzione elettrica in Italia". A convocare la due giorni di confronto è l'Enea, che da alcuni mesi grazie a un finanziamento di 500 mila euro ottenuto dal ministero dello Sviluppo economico attraverso i fondi raccolti in bolletta alla voce "Ricerca di sistema elettrico" sta mappando le acque del Mediterraneo a caccia delle zone più promettenti per produrre energia.
Rispetto a fonti più mature e consolidate come eolico, solare e biomasse, lo sfruttamento della forza di onde, correnti e maree avviene attualmente solo grazie a pochi prototipi, ma le potenzialità sono decisamente allettanti. "Il rapporto The Wave World & Tidal Market, stilato dalla società finanziaria Douglas-Westwood - rilevano dall'Enea - stima che tra il 2011 e il 2015 saranno installati nel mondo impianti che consentiranno di ricavare almeno 150 MW di energia elettrica dal moto ondoso e dalle correnti di marea. Secondo la ricerca il settore dell’energia dal mare godrà inoltre nei prossimi cinque anni di un volume di investimenti pari a 1,2 miliardi di dollari". Altre stime citate dall'Enea ricordano poi che "dal mare si possono ricavare tra i 20.000 e i 90.000 TWh/anno".
"Al momento - spiega Vincenzo Artale, responsabile dell'Unità Tecnica Modellistica Energica Ambientale - stiamo raccogliendo nuovi dati da inserire nei modelli che abbiamo messo a punto grazie a un'esperienza ventennale. Entro la fine dell'anno contiamo di consegnare a tutte le parti interessate una mappa dei siti che meglio si prestano alla realizzazione di impianti per la produzione di energia dalle correnti, dalle maree e dal moto ondoso. Oltre allo Stretto di Messina, dove sono già in corso da alcuni anni dei primi esperimenti, le zone che si presentano più interessanti sono sicuramente le coste tirreniche".
La due giorni di dibattito voluta dall'Enea è quindi un importante primo passo per far incontrare le diverse realtà scientifiche, tecnologiche e imprenditoriali che già operano in questo settore, mettendole a confronto con i responsabili della rete elettrica nazionale (Terna) e del Gestore dei servizi energetici (Gse).
"Le prime tecnologie per lo sfruttamento dell'energia marina - ricordano ancora dall'Enea - risalgono agli anni '70. L'esperienza italiana è sicuramente più recente ma non meno importante. Il progetto Enermar è il primo prototipo di una turbina marina ad asse verticale denominata Kobold 1, installata nello Stretto di Messina. Inoltre, grazie a un brevetto italiano, in ulteriore via di sviluppo, di una diga a cassoni denominata Rewec3 (Reasonant Wave Energy Converter), è stato realizzato un dispositivo avanzato per lo sfruttamento dell'energia ondosa".
"Esperienza, tecnologia e soprattutto migliaia di chilometri di coste: abbiamo tutto ciò che ci serve per vincere questa sfida", dice ancora Artale. "Il nucleare - aggiunge - in Italia praticamente non c'è mai stato e ora sappiamo che non ci sarà mai più, per questo dobbiamo cercare l'energia ovunque, a cominciare dal mare. Ma anziché pensare a nuove trivellazioni ed esplorazioni a caccia di gas e petrolio, diamoci da fare per catturare la forza del Mediterraneo. Le possibilità sono moltissime e dalle piattaforme integrate ai frangifrutti, le possibilità di catturare onde, maree e correnti con sistemi integrati poco invasivi sono moltissime".
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