Migliaia di clienti al varco, con i conti bloccati e l'impossibilità di utiilzzare le proprie somme. È la situazione in cui si trovano in questo momento gli oltre 28mila clienti di Banca network investimenti (Bni) dopo la delibera della Banca d'Italia del 31 maggio (elenco delle altre banche italiane a rischio). Tra i clienti vi sono anche molti dei 69 dipendenti che, in caso di liquidazione dell'istituto, rischiano il posto di lavoro.
Una «misura si è resa necessaria per fronteggiare la situazione di
difficoltà della banca» secondo quanto ha comunicato l'istituto di
palazzo Koch che a novembre ha posto in amministrazione straordinaria la Banca nata da Bipielle Net, una costola della Banca popolare di Lodi di Giampiero Fioriani.
La banca, come tutte quelle operanti in Italia, è obbligata ad aderire al Fondo interbancario di tutela dei depositi
che garantisce la restituzione delle disponibilità in conto corrente
(liquidità, depositi vincolati, assegni circolari e certificati di
depositi nominativi) fino a 100mila euro (la garanzia è per depositante e
per banca, indipendentemente dal numero di conti aperti presso uno
stesso istituto).
Su questo non ci piove. Gli oltre 28mila clienti di Banca Network
potranno usufruire eventualmente di questa garanzia. Ma come funziona?
E, intanto, chi li ripaga dei danni maturati dal momentaneo congelamento
dei conti?
La garanzia fino a 100mila euro
Rispetto ai precedenti casi di risparmio tradito ci sono delle
novità, sia positive che negative. Da maggio 2011 l'Italia ha infatto
recepito la direttiva 2009/14/CE dell'11 marzo 2009 che stablisce nuovi
limiti di copertura limite di copertura e i termini di rimborso.
Partiamo dalla notizia più brutta. Il rimborso è garantito fino a
100mila euro, e non più fino a 103mila euro, come previsto in
precedenza. La notizia buona riguarda invece i tempi del rimborso da
parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi. Questo deve
avvenire dopo 20 giorni lavorativi dalla data in cui viene emesso il
provvedimento di liquidazione coatta amministrativa da parte della Banca
d'Italia. È prevista che questa possa prorogare il limite di ulteriori
10 giorni in circostanze del tutto eccezionali.
In precedenza invece il limite era di 3 mesi ma - secondo quanto
comunica una fonte al Sole 24 Ore - gli slittamenti fino a 6-9 mesi sono
stati frequenti.
Strumenti rimborsabili
Rientrano nell'ambito delle garanzie del fondo conti correnti,
depositi (vincolati e no), assegni circolari, certificati di deposito
nominativi (non al portatore).
Forme di investimento come obbligazioni aziendali, azioni, titoli di
Stato, pronti contro termine non rientrano nelle garanzie del fondo ma
restano di proprietà del cliente in quanto sono solo custoditi dalla
banca insolvente (all'interno del conto titoli).
E l'oro? È escluso in quanto è un deposito fisico, non di denaro. Il Fondo Interbancario - come si apprende dal sito del fondo
- protegge solo i depositi in denaro. In ogni caso non è necessario
proteggere i depositi in oro. Infatti se una banca fallisce, l'oro come
tutto ciò che è stato fisicamente depositato (beni di valore -
securities) va restituito al legittimo proprietario perché non fa parte
dell'attivo di una banca fallita. In altre parole, questi beni non fanno
parte del processo di liquidazione, perché vengono direttamente
riconsegnati al proprietario.
Il danno del momentaneo congelamento
Essendo una facoltà per la Banca d'Italia quella di sospendere i
pagamenti per la banca in amministrazione controllata congelando difatti
i conti correnti classici, non sono contemplate dal legislatore azioni
legali specifiche per il danno derivante dal momentaneo congelamento
delle somme.
Scenari che si aprono
Entro fine giugno, quando scadono i 30 giorni di sospensione
previsti dalla Banca d'Italia si potranno aprire due scenari. Gli organi
di controllo potrebbero aver bisogno di ulteriore tempo e chiedere una
nuova proroga di 30 giorni. Oppure (scenario che pare più probabile)
Banca d'Italia e i rappresentanti del Fondo interbancario - in queste
ore stabilmente nella sede milanese dell'istituto - potranno aver
terminato con successo per effettuare tutti gli accertamenti e le
verifiche del caso per arrivare a una soluzione. In questo caso, dopo la
dichiarazione di liquidazione coatta amministrativa da parte della
Banca d'Italia, scatterà il conto alla rovescia dei 20 giorni per il rimborso. Che si stima quindi possa arrivare prima della fine dell'estate.
Banca d'Italia sotto accusa
Nella vicenda però è finita nel mirino la stessa Banca d'Italia. Il
senatore dell'Italia dei Valori nonché presidente dell'associazione
Adusbef, Elio Lannutti, ha infatti chiesto al governo tramite
un'interrogazione parlamentare, di verificare l'operato della Banca
d'Italia che aveva effettuato prime ispezioni su Banca Netowrk già
nell'ottobre 2009 rivelando «carenze nell'organizzazione dell'istituto e
nei controlli interni» e multando l'istituto per 153mila euro. Secondo
Lannutti Palazzo Koch avrebbe dovuto individuare in anticipo il crack
milionario a cui rischia di andare incontro adesso l'istituto
trascinando con sè migliaia di clienti.
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