sabato 15 ottobre 2011

Tutte le stranezze del superbollo auto

Una nuova tassa sta per ricevere il benvenuto dal nostro sistema fiscale: si tratta del cosiddetto superbollo auto, l’imposta che si riferisce alle autovetture più potenti e che entrerà in vigore per la prima volta a partire dal prossimo 10 novembre. Il bollo in questione non è altro che una addizionale che va ad applicarsi su quelle auto che hanno una potenza superiore ai duecentoventicinque chilowatt. Peccato che, nonostante un apposito decreto di pochi giorni fa, i punti ambigui siano ancora molti, così come la reale efficacia di questa misura. L’intento dell’Agenzia delle Entrate è quello di separare in maniera opportuna i flussi contabili ed ha già predisposto un apposito modello F24 per il versamento, ma resta il fatto che il nuovo tributo assomiglia tanto all’ennesima forzatura per battere cassa. Se ne parlava male già prima dell’introduzione, anche se, a ben vedere, i propositi sono interessanti, ovvero colpire dal punto di vista fiscale le autovetture di maggiore cilindrata, quelle più potenti e quindi anche inquinanti. Il problema sta nella caratteristica principale del bollo, visto che esso è retrodatato: che cosa vuol dire? Il decreto parla chiaramente di una tassa che va applicata non al momento dell’entra in vigore ma da tre mesi prima, quindi questo significa che il superbollo deve essere pagato anche da coloro che hanno venduto la macchina dallo scorso mese di luglio. Come si è potuta creare una situazione così strana? Le finalità sono giuste, ma questa tassa di proprietà coinvolge anche quei contribuenti che non sono più proprietari della vettura: è tutto scritto chiaramente nel decreto, quindi non c’è nessuna forzatura o una volontà estrema di contestare il governo. Più che altro, questa novità potrebbe fornire lo spunto per nuove tasse retrodatate; insomma, per ora tocca alle macchine potenti, ma in futuro cosa si rischia? Il malcontento è diffuso, un tavolo tra le parti, associazioni dei consumatori comprese, è quantomeno necessario, altrimenti la confusione e l’iniquità regneranno sovrane.

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