Tutte le case automobilistiche mondiali sono impegnate in percorsi
ecologici, molti dei quali includono lo sviluppo dell’auto elettrica.
L’assente probabilmente più noto in materia è FIAT, come più volte chiarito da Marchionne, ma anche altri.
A parole, tutti concordano che l’auto elettrica è una di quelle cose
che farebbe bene all’ambiente. Nei fatti, pochissimi ne comprano una.
Nonostante gli incentivi, infatti, dall’inizio dell’anno infatti le
vendite di Nissan Leaf e Chevrolet Volt – campioni della categoria –
negli Stati Uniti si sono fermate a solamente circa 10mila unità, in Italia i veicoli elettrici immatricolati nel 2011 sono stati 103.
Per darvi un paragone, negli USA si vendono circa 10 milioni di veicoli
all’anno mentre solo in Italia si vendono quasi 200mila FIAT Punto
all’anno (1).
Non è la prima volta che l’auto elettrica è sembrata pronta al
debutto. All’inizio degli anni 90, General Motors, grazie ai sussidi
dell’amministrazione Clinton, introdusse sul mercato americano
l’elettrica EV1. Ma nonostante le numerose richieste di noleggio e
i feeback positivi degli utenti, i 5000 pre-ordini si tramutarono in
solo 50 acquirenti, motivo che indusse GM a sospendere la produzione del
veicolo, generando furiose polemiche con ambientalisti e complottisti.
Le previsioni elaborate dai centri di ricerca sul numero di veicoli
elettrici in circolazione nel futuro prossimo sono una di quelle cose
dove regna il disaccordo più totale. Per il 2020, infatti, gli studi
prevedono una diffusione dell’auto elettrica (o ibrida plug-in) che va
dallo zerovirgola fino al 25 per cento del totale. Per il 2050 ancora
peggio: le percentuali di vendite stimate variano dal 20 all’80 per
cento. Questo accade perché le stime vengono generalmente fatte
ragionando sul fronte della domanda. Si stima cioè la disponibilità dei
consumatori a pagare di più per prodotti ecologici e si tramuta questa
disponibilità in numero di veicoli venduti. Coi risultati di cui sopra.
Il problema è che il prezzo, anche se conta, non è tutto. Ragionando
sul fronte dell’energia le cose diventano molto più chiare. Insomma,
vendite al 10 o 20 per cento del totale del mercato significa
considerare l’auto elettrica un prodotto di massa, maturo al pari di GPL
e metano, e come tale deve essere attrezzato per autonomia,
infrastrutture e consumi. La domanda da porsi dunque è: quali sono le
condizioni tecnologiche per una motorizzazione di massa basata sull’auto
elettrica?
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