Come volevasi dimostrare la manovra elaborata dal governo è l’ennesima presa per i fondelli. Dopo sette ore si è trovato l’accordo fra Berlusconi, Bossi e Tremonti. Quindici giorni di grandi proclami: abolizione delle province, taglio dei comuni sotto i mille abitanti, dimezzamento dei parlamentari e contributo di solidarietà per i redditi superiori ai 150.000 €uro. Tutte proposte che hanno riempito i giornali e i telegiornali fino a ieri ma che da oggi spariranno, visto che questi provvedimenti sono stati cancellati.
Si metteranno mano, per l’ennesima volta, alle pensioni. L’abolizione delle province slitterà e comunque con il nuovo censimento, che verrà fatto quest’anno, quelle eliminate saranno veramente poche, praticamente un numero ridicolo. Le province vanno abolite tutte e subito.
Il contributo di solidarietà sparirà e i privilegi dei parlamentari non saranno toccati. Praticamente a pagare saranno sempre gli stessi. A pagare saranno i cittadini onesti.
La Lega Nord fino all’ultimo ha giurato che le pensioni non sarebbero state toccate e infatti per raggiungere l’anzianità di servizio non sarà più possibile riscattare il servizio militare o gli anni dell’Università. Come al solito la Lega Nord dice una cosa e ne fa un’altra.
Per fare cassa si mettono mano alle pensioni. Tolgono il contributo di solidarietà per i redditi superiori a 150.000 €uro l’anno e mandano in pensione, almeno un anno dopo, molti lavoratori. L’ennesima manovra che non risolve nulla ma che attacca le fasce sociali più deboli senza fare riforme strutturali per le future generazioni.
Ancora una volta a pagare sarà il popolo. Ancora una volta il popolo tace davanti a l’ennesima presa in giro. A volte mi chiedo quanto ancora saremo in grado di sopportare prima di mandarli a casa tutti a calci nel culo.
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