giovedì 19 maggio 2011

Chi ha ucciso le rinnovabili?


Il tema del film “Chi ha ucciso l’auto elettrica?” è che la nuova tecnologia dei veicoli elettrici negli Stati Uniti è stata eliminata in quanto concorrenziale con la tecnologia dei veicoli tradizionali. L’innovazione va bene finché non da fastidio, ma quando comincia ad avere successo rovina i profitti che si fanno con le tecnologie tradizionali e quindi va fatta sparire. Potrebbe stare succedendo qualcosa di simile per le rinnovabili in Italia?
Nonostante il parziale dietro-front dopo il disastro di Fukushima, il governo italiano sembra ancora estremamente deciso a proseguire sulla strada del nucleare. Nel processo, sta facendo tutto il possibile per danneggiare le energie rinnovabili. E’ curioso che l’unico paese occidentale che ha fatto una scelta così decisa sia proprio l’unico che, negli anni ’80, aveva abolito per legge l’energia nucleare. L’Italia, si sa, è un paese particolare. Rimane però da spiegare come mai il governo Berlusconi abbia voluto fare una scelta così netta in questo campo, specialmente considerando che nel programma elettorale del pdl del 2008, l’energia nucleare era menzionata unicamente nei termini di, “partecipazione ai progetti europei di ricerca nucleare di ultima generazione” Per rispondere con certezza alla domanda, bisognerebbe avere accesso alla “stanza dei bottoni” ma questo è ovviamente impossibile per noi comuni mortali. Però possiamo fare delle ipotesi ragionevoli per vedere se possiamo arrivare a qualche conclusione altrettanto ragionevole.
In generale credo che si possa dire che i governi occidentali attuali non hanno né capacità né interesse a impegnarsi in politiche a lungo termine. I governi sono composti di persone che, come tutti, hanno il proprio interesse personale come priorità; magari non assoluta, ma comunque una priorità. In questo senso, la le loro azioni sono dettate da interessi che hanno senso entro l’orizzonte temporale del loro mandato, o al massimo di qualche mandato. Ne consegue che i governi occidentali agiscono come delle aziende che, normalmente, sono orientate a massimizzare i loro profitti nell’arco di qualche anno.
Ora, questa tendenza ad agire su obbiettivi a breve termine rende piuttosto curioso l’impegno del governo italiano sul nucleare. Anche senza considerare la battuta di arresto dovuta al disastro di Fukushima, comunque vada i soldi spesi per le centrali ritorneranno fra una ventina di anni, se va bene (e se mai ritorneranno). Allora cosa ha in mente il governo per impegnarsi in qualcosa che ha un ritorno economico così remoto, ben al di là di un mandato elettorale? Ovviamente, dobbiamo considerare che i profitti degli appalti per la costruzione, in realtà, ritornano molto prima; per esempio per i progetti, per il cemento per la costruzione degli edifici, eccetera. Certamente questo è un fattore importante ma, anche tenendone conto, rimane da spiegare la scelta specifica di un’impresa così complessa e difficile come la costruzione di centrali nucleari. Sicuramente, se l’obbiettivo era di cementificare si potevano trovare altre cose (e se ne trovano comunemente, per esempio il ponte sullo stretto).
Io credo che la risposta a questa domanda si possa trovare nel film “Chi ha ucciso l’auto elettrica.” Vediamo di ricapitolare la storia. Negli anni ’90, una divisione della General Motors progetta e sviluppa un’automobile elettrica che funziona: non inquina e non consuma combustibili fossili. Tuttavia, quando si tratta di metterla in produzione, qualcuno si accorge che questa tecnologia danneggerebbe le altre divisioni della ditta. Ne segue una lotta interna che porta alla eliminiazione del progetto e la distruzione delle auto elettriche. Il punto chiave del film è che la GM non si limita a distruggere le auto elettriche ma, per rifarsi un’immagine, mette in cantiere un progetto sull’auto a idrogeno. Questo lo fa sapendo benissimo che è solo un trucco per distrarre l’attenzione del pubblico e che non porterà mai a un prodotto vendibile.
Sostituiamo a “energia rinnovabile” a  “auto elettrica” e “energia nucleare” a “auto a idrogeno” e vediamo che potremmo avere di fronte un meccanismo molto simile in atto nella grande azienda che è il governo italiano. In sostanza, l’energia rinnovabile si stava rivelando una tecnologia funzionante e in grande crescita. Ma questo danneggiava lobby ben più potenti; ovvero quella dei combustibili fossili. Non si potevano sabotare le rinnovabili direttamente per fare un favore alla lobby dei combustibili fossili – sarebbe stato troppo da far digerire ai cittadini. Quindi, si tira fuori l’energia nucleare  ben  sapendo che, come l’auto a idrogeno, non verrà mai realizzata in pratica. Ma serve a distrarre il pubblico. Se questa era la strategia, va detto che funziona benissimo
Come sempre, dobbiamo stare attenti a cercare singole spiegazioni per tutto quello che succede. Il governo italiano, come tutti gli altri governi, è fatto di un gran numero di persone, tutte impegnate ad assicurarsi una fetta più grande possibile delle risorse finanziarie che il governo gestisce. Tuttavia, esiste una certa logica nelle azioni di ciascuno e questa logica sembra balenare occasionalmente anche al di là dello strato di propaganda che ci viene giornalmente propinato. Ne consegue che le rinnovabili hanno di fronte tempi difficili; cosa che credo sia ovvia. Ma ricordiamoci anche che a lungo andare le tecnologie migliori vincono. Quindi, a lungo andare le rinnovabili finiranno per spuntarla sui combustibili fossili; così come le auto elettriche stanno ritornando anche sul mercato americano (vedi “la vendetta dell’auto elettrica”) dopo l’eclissi della distruzione delle vecchie EV della General Motors. Tutto è sempre in movimento – ma certe volte ci vuole pazienza.

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