martedì 24 maggio 2011

I BAMBINI DI FUKUSHIMA


Ernesto Burgio
La Tepco ha annunciato, oggi, che anche nei reattori 2 e 3 c'è stata la parziale fusione del nocciolo. Abbiamo sentito Ernesto Burgio, Coordinatore del Gruppo ISDE-Medici per l'Ambiente.

La notizia non ha nulla di nuovo. Nonostante la comunicazione della Tepco, perché già il 25/26 marzo le notizie sul fatto che ci fosse una fusione almeno parziale nei reattori 1, 2, 3 non solo nell'1, erano emerse con certezza. Tutti e 3 i reattori erano stati abbondantemente innaffiati con acqua di mare già alla fine di marzo, e l'acqua di mare come tutti sappiamo danneggia notevolmente le strutture. Ma quel procedimento urgente ci fa capire che era legato a un inizio di fusione. La Tepco sostiene che la situazione sia abbastanza sottocontrollo. Rimane il dato però che loro stessi già a marzo dissero che le acque degli oceani, dell'Oceano Pacifico nella zona delle centrali, presentava un aumento significativo di radionuclidi. Quindi che ci siano stati degli sversamenti lo ammettono dal 30 marzo. I livelli di radioattività dell'acqua nella zona erano saliti da 1200 a 3000 a 4000 volte sia per lo iodio che per il cesio e per di più proprio qualche giorno fa ho visto il grafico: è vero che è calata la quantità, la densità di questi radioisotopi nelle acque. Però c'è ancora parecchio cesio, che è forse il problema maggiore in questi casi, perché si concentra molto nei muscoli, quindi nelle catene alimentari. Dura molto più a lungo, perché dura decenni, quindi chiaramente bisognerà capire nei prossimi mesi.

In Giappone hanno innalzato i limiti di radiazioni ai quali può essere esposto un bambino. Ma in casi di radiazioni c'è più rischio per un adulto o per un bimbo?

Questa è una bella domanda, ma è anche complessa. Il problema vero è questo: il modello di esposizione e di valutazione dei rischi è un modello antico, di 50 anni fa. Si continua a valutare la pericolosità della situazione sulla base di un modello prima di tutto disegnato dai fisici e non dai biologi e tanto meno dai medici, che tiene conto della cosiddetta dose totale assorbita e che valuta, ma in maniera assolutamente teorica, a tavolino i rischi come legati direttamente, in modo proporzionale alla dose totale. Questo non ha niente a che vedere con quello che realmente succede. La pericolosità di queste situazioni, soprattutto quando si verificano incidenti, non è legato alla quantità massima di radiazioni emesse immediatamente, che colpisce tutto sommato una parte limitata di popolazione direttamente esposta. Il pericolo è legato alle piccole quantità quotidiane che vengono assorbite da milioni di persone. Per di più, questo tipo di assunzione per via alimentare significa un assorbimento per via interna. Le cellule vengono esposte per anni o decenni a piccole quantità quotidiane di radioisotopi e quindi di radioattività. Nei bambini soprattutto, ma in generale nei soggetti in via di sviluppo, quindi dove gli organi e i tessuti si stanno formando, la tossicità è ancora maggiore. Il fatto che aumentino queste soglie arbitrariamente, proprio per permettere che la situazione non venga paralizzata, è un espediente purtroppo non del tutto inusuale perché perfino in Italia ultimamente con il benzopirene, pensando a situazioni come Taranto, hanno fatto la stessa cosa. Poi c'è stata una levata di scudi, però di fatto anche qui si fanno queste cose. Con l'atrazina è successa la stessa cosa. Quando vedono che una sostanza tossica diventa diffusa, anziché dire la riduciamo, tendono a fare questa follia di alzare i livelli di soglia. Perfino con le centraline nelle nostre città lo fanno, anziché dire: l'Europa chiede una diminuzione progressiva del particolato fine e soprattutto dell'ultrafine che neanche viene preso in considerazione, le cosiddette autorità locali fanno il contrario, tendono a elevare le soglie per lasciare tutto com'è. Ma questo sostanzialmente per una questione di incoscienza e di inconsapevolezza: sono convinti che tutto sommato i danni non sono così gravi. Sui bambini e ancora di più sull'embrione e sul feto queste piccole quantità quotidiane, interferiscono sulla programmazione addirittura dei tessuti. Gli studi che hanno dimostrato l'aumento delle leucemie attorno alle centrali. Ma non è importante l'esposizione diretta dei bambini a dosi massive come si continua a pensare e come continuano le istituzioni a rassicurare dicendo: "beh l'esposizione a dosi piccolissime... ". Le dosi piccolissime quotidiane, soprattutto per via interna, sono proprio quelle più pericolose.

Alcuni oceanografi hanno stabilito che anche l'Atlantico è stato contaminato. Dunque lo sarà anche il Mediterraneo?

Che venga addirittura inquinato l'intero Oceano Pacifico e quindi l'Atlantico e il Mediterraneo, attualmente a me sembra un allarme un po' eccessivo. Però tutto dipende da quanto dura l'emissione e la diffusione e quindi le capacità di diluizione da parte degli oceani. Sarà da vedere, speriamo di avere la possibilità di ragionare su dati attendibili, perché come dicevamo già le altre volte, è un po' paradossale, ma noi dobbiamo ragionare sui dati che vengono dati dalla Tepco che sono inevitabilmente riduttivi. C'è un silenzio stampa abbastanza assordante!

Abbiamo dati certi circa l'impatto di Chernobyl sui tumori in Europa?

Rivedendo tutti gli studi epidemiologici a partire da Hiroshima e poi soprattutto proprio su Chernobyl, la quantità di patologie che realmente è stata prodotta direttamente dall'esposizione, quindi sulle popolazioni che vivevano in Ucraina, in Bielorussia e nei paesi limitrofi e soprattutto via, via che la nube è stata studiata più a fondo per quanto riguarda gli effetti e la deposizione in particolare del cesio nelle catene alimentari, è stato verificato che c'è un aumento abbastanza marcato delle leucemie infantili in proporzione diretta. Lì dove è stato trovato un livello alto di cesio, in proporzione sono aumentate le leucemie infantili. Chernobyl è stata un ingrediente fondamentale nell'aumento dei tumori infantili che abbiamo in Italia. Abbiamo addirittura un incremento nel primo anno del 3% dei tumori infantili che in 15/20 anni significa un aumento veramente significativo.
In più c'è per esempio il problema della tiroide. Anche dopo Chernobyl abbiamo cercato di avere i dati sicuri sulle emissioni e sulla diffusione dello iodio 131. Non abbiamo potuto fare nulla, perché i dati si sono saputi dopo anni. I dati ufficiali non arrivavano, erano state fatte delle verifiche in Italia. Che ci fosse un aumento di iodio 131 si sapeva, ma se si fosse potuto sapere in tempo e in maniera continua, avremmo potuto per esempio dare iodio preventivo ai nostri pazienti e secondo me si sarebbero ridotti i danni, invece c'è stato un aumento veramente notevole di patologie tiroidee in tutta Europa e nelle zone più vicine all'incidente. C'è stato un aumento veramente notevole, centinaia di volte, del calcinoma tiroideo infantile che è un tumore raro che colpisce la tiroide perché proprio lo iodio 131 si fissa sulla ghiandola e praticamente produce una proliferazione cellulare neoplastica. Questi sono dati assolutamente sicuri. 
 

sabato 21 maggio 2011

Acqua pubblica, le ragioni del Comitato del No al referendum


Accanto ai Comitati per il Si al referendum abrogativo per l’acqua pubblica, ci sono i Comitati del No e poi gli astensionisti dei Fimiani dei Circoli per l’Ambiente. Bene, i Comitati per il No attraverso un comunicato stampa ci fanno sapere che online il loro sito www.acquabenepubblico.it:
Abbiamo deciso di realizzare un sito internet in grado di fornire a tutti i cittadini uno strumento di consultazione chiaro e preciso sulle ragioni che ci hanno spinto a dire No al referendum”, dichiara l’Avvocato Walter Mazzitti, Presidente del Comitato e uno dei massimi esperti internazionali su questioni legate alla gestione dell’acqua.
Il sito è ricco di interventi rilasciati al Tg1 e al Tg2 per una comunicazione decisamente istituzionale arricchita da personali videomessaggi dei sostenitori. E queste sono le motivazioni del No:
Il processo di industrializzazione delle reti idriche non può essere fermato. In Italia nei prossimi anni occorrono 100 miliardi di euro per modernizzare il Paese nei settori coinvolti dall’abrogazione dell’art. 23 bis – acqua, rifiuti e trasporti -, risorse che tra l’altro lo Stato non ha. Bloccare questo processo imporrà solo l’aumento delle tasse ai cittadini, con maggiore incidenza proprio sulle fasce più deboli della società, senza migliorare la qualità delle risorse e del servizio. La rete italiana perde fino al 60% delle risorse idriche, per ammodernarla occorre favorire l’ingresso di soggetti privati di adeguate dimensioni finanziarie e manageriali. Con la vittoria dei Si la gestione sarà affidata nuovamente nelle mani delle caste della politica municipale. Si gioca, dunque, una partita decisiva per il futuro dell’Italia.

Benzina E10 al bioetanolo, la tua auto è compatibile?


Con il decreto legislativo 55 del 31 marzo 2011 è stata recepita anche in Italia la direttiva europea 2009/30 che permette la commercializzazione della cosiddetta “benzina E10″. Si tratta di un carburante, attualmente molto poco diffuso nelle pompe italiane, contenente fino al 10% di etanolo.
L’idea che sta alla base della direttiva europea, e del decreto italiano che la recepisce, è quella di favorire l’utilizzo dell’etanolo perché è un combustibile meno inquinante e perché si può produrre da materia prima agricola.
Lasciando stare la mai sopita polemica sull’opportunità o meno di riservare terreni agricoli alle produzioni energetiche, il vero dubbio che si dovrebbero porre gli italiani in questo momento è: la mia auto è compatibile con l’etanolo?
Il Ministero dell’Ambiente viene in aiuto con un vademecum contenente l’elenco dei veicoli compatibili e non compatibili con questo carburante alternativo. In linea di massima la gran parte dei motori più moderni non dovrebbero avere problemi.
Con una particolarità che ha quasi dell’incredibile: tutti i modelli Volvo in circolazione dal 1 gennaio 1977, tranne i modelli S40/V40 1.8i, sono compatibili con l’etanolo. Di contro, nel vademecum, non c’è traccia delle defunte, ma ancora circolanti, automobili Rover.
Per sapere se la propria auto è compatibile con la benzina E10 basta leggere il vademecum del Ministero dell’Ambiente.

Fonte Articolo


Sono arrivato a Barcellona per la mia tournée e ho trovato piazza Catalunya piena di ragazzi che chiedevano un cambiamento radicale dell'attuale modello di (sotto) sviluppo e la partecipazione diretta alla democrazia. Ho sentito aria di casa. La rivoluzione dolce spagnola è nata a Puerta del Sol a Madrid e si è diffusa subito in tutta la Spagna, da Valencia a Siviglia a Santiago. I ragazzi sono chiamati "Los indignados", gli indignati, ma il loro nome è "Movimiento 15-M", dal 15 maggio, il giorno in cui è nata la protesta. Non si riconoscono in alcun partito. Non vi ricordano qualcosa?
Un giornale spagnolo ha fatto un raffronto tra il "Movimiento 15-M" e "El Movimiento 5 Estrellas" in Italia. Si sono sviluppati entrambi su Internet, sono formati in prevalenza dalle giovani generazioni che non vedono prospettive per il loro futuro, si chiamano Movimento tutti e hanno un 5 tutti e due nel nome ("Gimme five!"), vogliono una riforma del sistema elettorale, l'abolizione di leggi ingiuste, l'esclusione degli indagati dalle liste elettorali, il divieto di finanziamento ai partiti, rifiutano il monopolio della politica da parte dei due partiti maggiori, i loro Pdl e Pdmenoelle, che sono il Psoe e il Pp, sono contro l'ologarchia dei partiti e per una democrazia partecipata.
Domenica ci sono le elezioni amministrative in Spagna, ma giornali e televisioni parlano solo delle nuova rivoluzione spagnola. I politici sembrano diventati di colpo relitti del passato, statue di cera del museo di madame Tussaud.
La rivoluzione dal basso ha superato Gibilterra ed è arrivata in Spagna dai Paesi del Maghreb. In Islanda e in Italia sta facendo da tempo le prove generali e il contagio potrebbe espandersi in tutta Europa. Il 2011 potrebbe diventare come il 1848, quando le vecchie istituzioni vennero travolte e la "questione sociale" divenne parte della politica.. Può essere che in futuro questo periodo sia citato con frasi come "E' successo un duemilaundici!" come oggi si dice "E' successo un quarantotto!". Nel 1848 la rivoluzione avvenne, quasi istantaneamente, in tutta Europa, da Vienna a Berlino, da Budapest a Parigi. Gli storici definiscono il '48 un fenomeno di "sincronizzazione storica". Un momento in cui tutto cambia ovunque senza spiegazioni apparenti. Un mondo nuovo sta nascendo, l'indignazione è il suo carburante. Un indignado aveva un cartello ben visibile: "E' il sistema che è contro di noi, non noi contro il Sistema". Loro non si arrenderanno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.

***** Segui la rivoluzione spagnola in diretta da La Puerta del Sol a Madrid questa notte: CLICCA! *****

Fonte Articolo

giovedì 19 maggio 2011

Chi ha ucciso le rinnovabili?


Il tema del film “Chi ha ucciso l’auto elettrica?” è che la nuova tecnologia dei veicoli elettrici negli Stati Uniti è stata eliminata in quanto concorrenziale con la tecnologia dei veicoli tradizionali. L’innovazione va bene finché non da fastidio, ma quando comincia ad avere successo rovina i profitti che si fanno con le tecnologie tradizionali e quindi va fatta sparire. Potrebbe stare succedendo qualcosa di simile per le rinnovabili in Italia?
Nonostante il parziale dietro-front dopo il disastro di Fukushima, il governo italiano sembra ancora estremamente deciso a proseguire sulla strada del nucleare. Nel processo, sta facendo tutto il possibile per danneggiare le energie rinnovabili. E’ curioso che l’unico paese occidentale che ha fatto una scelta così decisa sia proprio l’unico che, negli anni ’80, aveva abolito per legge l’energia nucleare. L’Italia, si sa, è un paese particolare. Rimane però da spiegare come mai il governo Berlusconi abbia voluto fare una scelta così netta in questo campo, specialmente considerando che nel programma elettorale del pdl del 2008, l’energia nucleare era menzionata unicamente nei termini di, “partecipazione ai progetti europei di ricerca nucleare di ultima generazione” Per rispondere con certezza alla domanda, bisognerebbe avere accesso alla “stanza dei bottoni” ma questo è ovviamente impossibile per noi comuni mortali. Però possiamo fare delle ipotesi ragionevoli per vedere se possiamo arrivare a qualche conclusione altrettanto ragionevole.
In generale credo che si possa dire che i governi occidentali attuali non hanno né capacità né interesse a impegnarsi in politiche a lungo termine. I governi sono composti di persone che, come tutti, hanno il proprio interesse personale come priorità; magari non assoluta, ma comunque una priorità. In questo senso, la le loro azioni sono dettate da interessi che hanno senso entro l’orizzonte temporale del loro mandato, o al massimo di qualche mandato. Ne consegue che i governi occidentali agiscono come delle aziende che, normalmente, sono orientate a massimizzare i loro profitti nell’arco di qualche anno.
Ora, questa tendenza ad agire su obbiettivi a breve termine rende piuttosto curioso l’impegno del governo italiano sul nucleare. Anche senza considerare la battuta di arresto dovuta al disastro di Fukushima, comunque vada i soldi spesi per le centrali ritorneranno fra una ventina di anni, se va bene (e se mai ritorneranno). Allora cosa ha in mente il governo per impegnarsi in qualcosa che ha un ritorno economico così remoto, ben al di là di un mandato elettorale? Ovviamente, dobbiamo considerare che i profitti degli appalti per la costruzione, in realtà, ritornano molto prima; per esempio per i progetti, per il cemento per la costruzione degli edifici, eccetera. Certamente questo è un fattore importante ma, anche tenendone conto, rimane da spiegare la scelta specifica di un’impresa così complessa e difficile come la costruzione di centrali nucleari. Sicuramente, se l’obbiettivo era di cementificare si potevano trovare altre cose (e se ne trovano comunemente, per esempio il ponte sullo stretto).
Io credo che la risposta a questa domanda si possa trovare nel film “Chi ha ucciso l’auto elettrica.” Vediamo di ricapitolare la storia. Negli anni ’90, una divisione della General Motors progetta e sviluppa un’automobile elettrica che funziona: non inquina e non consuma combustibili fossili. Tuttavia, quando si tratta di metterla in produzione, qualcuno si accorge che questa tecnologia danneggerebbe le altre divisioni della ditta. Ne segue una lotta interna che porta alla eliminiazione del progetto e la distruzione delle auto elettriche. Il punto chiave del film è che la GM non si limita a distruggere le auto elettriche ma, per rifarsi un’immagine, mette in cantiere un progetto sull’auto a idrogeno. Questo lo fa sapendo benissimo che è solo un trucco per distrarre l’attenzione del pubblico e che non porterà mai a un prodotto vendibile.
Sostituiamo a “energia rinnovabile” a  “auto elettrica” e “energia nucleare” a “auto a idrogeno” e vediamo che potremmo avere di fronte un meccanismo molto simile in atto nella grande azienda che è il governo italiano. In sostanza, l’energia rinnovabile si stava rivelando una tecnologia funzionante e in grande crescita. Ma questo danneggiava lobby ben più potenti; ovvero quella dei combustibili fossili. Non si potevano sabotare le rinnovabili direttamente per fare un favore alla lobby dei combustibili fossili – sarebbe stato troppo da far digerire ai cittadini. Quindi, si tira fuori l’energia nucleare  ben  sapendo che, come l’auto a idrogeno, non verrà mai realizzata in pratica. Ma serve a distrarre il pubblico. Se questa era la strategia, va detto che funziona benissimo
Come sempre, dobbiamo stare attenti a cercare singole spiegazioni per tutto quello che succede. Il governo italiano, come tutti gli altri governi, è fatto di un gran numero di persone, tutte impegnate ad assicurarsi una fetta più grande possibile delle risorse finanziarie che il governo gestisce. Tuttavia, esiste una certa logica nelle azioni di ciascuno e questa logica sembra balenare occasionalmente anche al di là dello strato di propaganda che ci viene giornalmente propinato. Ne consegue che le rinnovabili hanno di fronte tempi difficili; cosa che credo sia ovvia. Ma ricordiamoci anche che a lungo andare le tecnologie migliori vincono. Quindi, a lungo andare le rinnovabili finiranno per spuntarla sui combustibili fossili; così come le auto elettriche stanno ritornando anche sul mercato americano (vedi “la vendetta dell’auto elettrica”) dopo l’eclissi della distruzione delle vecchie EV della General Motors. Tutto è sempre in movimento – ma certe volte ci vuole pazienza.

Fonte Articolo

Referendum del MoVimento 5 Stelle per l'abolizione dei finanziamenti ai partiti.


Quanti voti avrebbero preso i partiti nelle ultime elezioni senza i finanziamenti pubblici? Per saperlo faremo un referendum sull'abolizione dei finanziamenti, quelli che pudicamente sono chiamati "rimborsi" e che costano circa un miliardo di euro ai cittadini. Il MoVimento 5 Stelle ha dimostrato che si può fare politica senza chiedere un centesimo ai cittadini. I partiti si adeguino. Il loro costo sociale è abnorme, ma soprattutto inutile. Si deve partecipare alla vita pubblica per servizio sociale, non per lucro. Il finanziamento pubblico è illegittimo se si considera ancora la volontà popolare come base di una democrazia. E' già stato abolito nelI'aprile 1993 con il 90,3% dei voti favorevoli. Pochi mesi dopo, nel dicembre del 1993, i partiti, per continuare a vivere alle spalle dei cittadini, estesero una legge esistente sui rimborsi elettorali con 47 milioni di euro dati sia nelle politiche del 1994 che del 1996. I partiti, non soddisfatti, provarono ad aumentare il tetto della rapina elettorale con l'introduzione del 4 per mille ai partiti. Il tentativo ovviamente fallì. Chi darebbe i suoi soldi a Mastella, a Casini o a Veltroni con il suo 740? L'astinenza da euro costrinse i partiti a una legge ad hoc per togliere di mezzo il referendum. I rimborsi, pur cospicui, non bastavano più. Nel 1999 fu reintrodotto senza pudore il finanziamento pubblico per le elezioni politiche, europee e regionali in modiche rate annuali. 193.713.000 euro per ogni legislatura completa per Camera e Senato (i ratei erano interrotti per fine anticipata della legislatura). L'appetito vien mangiando e nel 2002 l’ammontare da erogare, per Camera e Senato viene elevato, senza chiedere alcun permesso ai cittadini contribuenti, da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro. Nel 2006, sempre più bulimici, i partiti decidono di darsi il rimborso per i cinque anni di legislatura anche in caso di scioglimento delle Camere. Dalla crisi del governo Prodi del 2008, i partiti percepiscono quindi il doppio dei finanziamenti. Li paghiamo il doppio perché non sono riusciti a portare a termine una legislatura. Meglio di Ali Babà e i 40 ladroni, di Arsenio Lupin e della Banda Bassotti e dei socialisti messi insieme. Ogni voto al MoVimento 5 Stelle non è costato NULLA ai cittadini e mediamente 40 centesimi ai sostenitori e agli attivisti. Questa è politica. Il resto è nulla. Fuori i soldi dalla politica. Prossimamente con il referendum.

Fonte Articolo

SANTANCHE'.....

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...