domenica 13 febbraio 2011

UniCredit entra nel progetto Desertec

Anche le banche italiane dentro il progetto Desertec: apre le danze UniCredit che ha annunciato, tramite comunicato stampa, di essere entrata a far parte della Desertec Industrial Initiative (Dii). Un po’ per coscienza, un po’ per soldi.
Abbiamo deciso di diventare azionisti di Dii e ciò rappresenta un ulteriore passo nell’ambito della nostra strategia complessiva volta alla sostenibilità, dando il nostro contributo alla lotta contro il cambiamento climatico
Così parla Vittorio Ogliengo, di UniCredit senza citare le possibilità economiche che, tra l’altro, ancora sono tutte da valutare: Desertec prevede la produzione in nord Africa, entro il 2050, del 15% dell’energia elettrica consumata in Europa partendo da fonti rinnovabili (soprattutto eolico e solare termodinamico a concentrazione). Quel che ancora non è chiaro, invece, è se di qui a quella data ci sarà la possibilità di captare gli incentivi statali europei anche per la produzione elettrica rinnovabile africana.




E sono in molti a sperarlo. Paul van Son, CEO di Dii, punta invece sul lato industriale e sulle sue ricadute economiche (incentivi a parte):
Siamo davvero orgogliosi che UniCredit si unisca alla nostra iniziativa industriale. Il nostro obiettivo è la creazione di una partnership per le energie rinnovabili nella regione del Mediterraneo. Ciò implicherà degli investimenti, lo sviluppo di nuove industrie nei paesi mediorientali e del Nordafrica, la creazione di nuovi posti di lavoro e il trasferimento di conoscenze e know-how. Il sostegno sempre maggiore di istituti finanziari di primo piano come UniCredit dimostra che anche lo sviluppo di energie rinnovabili su larga scala viene considerato un’opportunità di business attraente e promettente
Quindi, delle due una: o qualcuno, più in alto di noi, ha fatto i conti e già sa che tra pochi anni produrre energia rinnovabile in nord Africa sarà molto economico, e quindi redditizio, oppure si sono messi d’accordo per gli incentivi e ancora non ce lo hanno detto.
Le banche non cacciano mai i soldi per beneficenza…

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