È quanto emerge dalla nuova analisi condotta
dall'Agenzia europea dell’ambiente (AEA). Il trasporto su gomma copre
lunghe distanze nel Vecchio Continente e su di esso è basato il
trasporto di merci dell'Ue. In parte i costi vengono coperti con i pedaggi, ma oltre ai 100 miliardi già citati, secondo il dossier vi sono anche delle voci 'nascoste', pagate in anni di salute precaria e vite perse.
Per questo, i pedaggi stradali per gli automezzi pesanti (HGV o autocarri) secondo l'Ue dovrebbero rispecchiare i vari effetti sulla salute
relativi all'inquinamento dovuto al traffico in diversi paesi europei.
Che nella pratica si traduce nell'aumento del costo dei pedaggi nei
paesi maggiormente inquinanti.
Il costo dell'inquinamento atmosferico dovuto ad automezzi pesanti
infatti è fino a 16 volte maggiore in alcuni paesi europei rispetto ad
altri. Il costo medio dell'inquinamento proveniente da un autocarro
Euroclass III da 12-14 tonnellate è più alto in Svizzera, quasi € 0,12 per chilometro. Costi elevati anche in Lussemburgo, in Germania, in Romania, in Italia
e in Austria dove ammontano a circa € 0,08/km. Spiega l'agenzia che ciò
è dovuto al fatto che gli inquinanti provocano più danni dove vi è una
densità di popolazione maggiore o in regioni senza sbocchi sul mare e
aree montuose in cui l'inquinamento non può essere disperso così
facilmente. All'estremo opposto, lo stesso autocarro che viaggia a
Cipro, Malta e in Finlandia provoca un danno di circa mezzo centesimo di
euro per chilometro.
Per quanto riguarda l'inquinamento provocato
dagli autotocarri in Europa, sulle 33 città esaminate, Milano si è
posizionata ahinoi terza, anticipata solo da Zurigo e Bucarest
relativamente al costo dell'impatto dei camion per km: 0,107 euro per i
mezzi Euro III e 0,064 euro per i mezzi Euro IV.
E in Italia? Nel complesso, l'inquinamento
provocato dai trasporti su gomma nel nostro paese ha un costo elevato
in termini di salute. Spendiamo 15,5 miliardi di euro, di cui 7,2
miliardi a carico dei mezzi pesanti.
Nonostante l'inquinamento atmosferico sia diminuito negli ultimi anni,
in alcune aree europee è ancora un grosso problema, legato anche agli
automezzi pesanti e ai combustibili usati. Ad esempio il gasolio,
utilizzato dalla maggior parte degli automezzi pesanti, provoca più
inquinamento atmosferico per chilometro rispetto ad altri combustibili, benzina inclusa. Non è un caso se le emissioni di scarico provenienti dai motori a gasolio recentemente sono state classificate come cancerogene dall'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro.
Più nel dettaglio, scopriamo che gli automezzi
pesanti sono responsabili del 40-50% dell'inquinamento da ossido di
azoto (NOx) proveniente dal trasporto stradale. Oltre al NOx, la
relazione ha considerato anche il particolato sottile (PM2.5),
responsabile di malattie respiratorie e cardiovascolari.
Secondo Jacqueline McGlade, direttore esecutivo dell'AEA, una soluzione ci sarebbe. Alla luce del fatto che "le economie europee fanno affidamento sulle lunghe distanze per il trasporto di merci", basterebbe incorporare tali costi nel prezzo delle merci per "incoraggiare metodi di trasporto più salutari e tecnologie più pulite."
In questo modo si
creerebbero anche condizioni di parità, con l'internalizzazione dei
costi. Ci sarà tempo fino ad ottobre, periodo entro il quale gli Stati
membri dell'Ue dovranno riferire alla Commissione il modo in cui
realizzeranno il pedaggio stradale.
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