venerdì 2 dicembre 2011

Ristorante Senato, aumentano i prezzi, c’è la fuga dei politici


Negli ultimi tempi con la crisi che galoppa e la popolarità dell’antipolitica era balzato alla notorietà nazionale il menù del ristorante del Senato, che potete vedere nella foto qui sopra, prezzi modici e piatti ottimi. La situazione è drasticamente cambiata perchè i prezzi sono stati rapportati alla media dei ristoranti romani, diciamo che rispetto ai precedenti sono stati triplicati o qualcosa di molto simile. Il risultato di questa operazione? I senatore mangiano quasi tutti altrove e la società di gestione del ristorante ha chiesto la rescissione del contratto.
I senatori, ora, si fermano al ristorante interno solo per consumare i piatti più economici e rapidi, altrimenti escono ed a quanto pare si fiondano tutti o quasi verso il ristorante “Da Fortunato al Pantheon”, a cui tavoli si sono visti nelle ultime settimane, Anna Finocchiaro, Maurizio Gasparri, Francesco Rutelli e il presidente Renato Schifani. Un drastico cambio di tendenza che ha spinto la Gemeaz Cusin a richiedere la rescissione del contratto. I legali della società hanno redatto un documento in quattro pagine dove sono elencate le motivazioni della richiesta. Un documento molto interessante da leggere.
Prima dell’aumento dei prezzi il costo del pranzo era, “Il 13% del prezzo effettivo, anche per i pasti di tipo superiore o pregiato, il cui costo ricadeva, quasi per intero, sull’Amministrazione”. Ora con l’aumento dei prezzi la distribuzione tra tasca dei senatori e amministrazione è praticamente paritaria, quindi senza clienti il ristorante non ha più la convenienza per restare aperto, “Si è verificata una eccezionale diminuzione dell’attività, con una riduzione dell’affluenza di oltre il 50 per cento”. La riduzione dell’afflusso non è stata l’unica pecca, sono cambiate anche le abitudini alimentari, prima dell’aumento dei prezzi venivano ordinati soprattutto piatti pregiati, ora solo piatti economici. La società ha deciso di mettere in cassa integrazione ben 20 dipendenti. Il tutto mentre il Senato si appresta ad assumere altre sette persone, che hanno ottenuto il posto tramite concorso, e la Camera ha deciso di chiudere il suo ristorante.

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