venerdì 12 novembre 2010

Il caso Daniele Franceschi



Arrestato per una carta di credito clonata. Rinchiuso in un carcere per mesi. Morto senza una ragione. La madre che chiedeva giustizia picchiata dagli agenti che le rompono le costole. Il corpo del ragazzo, Daniele Franceschi, restituito ai familiari in avanzato stato di decomposizione e senza gli organi interni. Non è successo in qualche remota regione tribale, ma nella Francia della grandeur, che dopo mesi non ha ancora dato una risposta sulla morte di un nostro concittadino e su comportamenti inaccettabili, degni della peggior dittatura.

Testimonianze sulla morte di Daniele Franceschi di Marco Antignano, Cira Antignano e dell'avvocato Lasagna.
La morte di un italiano in Francia
Marco Antignano: "Sono Marco Antignano, lo zio di Daniele Franceschi, lei è Cira Antignano, la madre di Daniele.
Siamo qui per raccontare un po’ la storia, l’evento dei fatti, Daniele è stato arrestato il 18 febbraio dello scorso anno, sembra per una carta di credito clonata in un Casinò di Cannese il 25 agosto, dopo sei mesi circa non era ancora stato processato e aveva soltanto sentito per due volte un giudice, sembra o chi portasse avanti le indagini. Quando abbiamo saputo della morte di Daniele, il giorno 26, dai Carabinieri, abbiamo fatto le prime chiamate in Francia e dal carcere sono cominciate delle cose contrastanti: sia l’ora e il giorno del decesso. Nella prima versione dicevano che il ragazzo era stato trovato con un giornale sul viso dalla guardia alle 17 circa, nella seconda parte, invece quando è stato trovato il naso rotto dicono che il ragazzo era con il viso rivolto a terra. All’Ospedale Pasteur quando siamo andati per l’autopsia, la madre è andata il giorno 28, avevano detto che l’autopsia sarebbe stata il 31. Laggiù ha scoperto che l’autopsia la dovevano fare il 30. Il giorno 30 si è recata all’ospedale Pasteur e le hanno detto che l’autopsia la facevano l’indomani. C’era stato un errore perché c’erano due Franceschi a cui fare l’autopsia all’ospedale Pasteur di Nizza in Francia, la cosa è sembrata molto strana, comunque l’autopsia è stata eseguita il 31.
La madre ha richiesto che all’autopsia partecipasse un medico di parte, un medico italiano, ma le autorità francesi questo non l’hanno permesso. Allora dopo varie richieste da parte delle autorità italiane, tra cui anche il ministro Frattini, abbiamo cercato delle garanzie e ci hanno dato la garanzia che il corpo sarebbe rimasto mantenuto a almeno 20°, in modo da essere conservato per poter poi fare una seconda autopsia in Italia. Purtroppo il corpo è stato riconsegnato in gravissimo stato di decomposizione, come tutti sanno, e la seconda autopsia purtroppo non ha avuto ha possibilità di essere fatta bene, comunque per quel poco che hanno visto, lascia tutti i dubbi aperti.
Dopo che il corpo è rientrato in questo grave stato… anzi prima che il corpo rientrasse, la madre si era recata a Grasse, di fronte al carcere per chiedere un po’ di giustizia, aveva fatto un piccolo cartello, manifestava la sua rabbia e lì è stata aggredita da due poliziotti che l’hanno malmenata, arrestata con le mani da tergo come se fosse un criminale incallito e l’hanno portata in Questura dove poi grazie all’intervento del Console italiano è stata rilasciata.
Dal carcere francese poi abbiamo ricevuto una lettera di un detenuto, si trattava di un pompiere che era agli arresti perché non aveva pagato per due mesi gli alimenti alla moglie. Questo pompiere era vicino di cella di Daniele, ci scrive in questa lettera, è venuto anche dal Console pronto a testimoniare, ha già fatto delle firme per questo, che il ragazzo lamentasse dolori da circa due giorni, non era stato assolutamente curato, dice che si era sentito male, che aveva visto che erano arrivati dei medici, il ragazzo era cascato in terra e lui avrebbe chiesto se aveva visto che le persone che stavano facendo il primo soccorso al ragazzo non erano idonee al caso e allora aveva chiesto se gli era possibile che gli aprissero la cella, in modo che lui potesse intervenire e aiutare questo ragazzo che era in terra, questo gli è stato negato. Il defibrillatore è stato mal usato, probabilmente potrebbe essere anche la causa della morte."


Il pestaggio della mamma
Cira Antignano: "Il primo giorno, quando è andato via, doveva rientrare la sera e io la mattina quando sono andata a aprire la porta di camera, non l’ho visto, mi sono preoccupata, pensavo fosse successo qualcosa, ho cominciato a fare delle ricerche agli ospedali,alle guardie, i gendarmi in Francia e nessuno mi sapeva dire niente. Alla fine ho chiamato una signora che parlava il francese e lei ha fatto delle ricerche chiamando un commissariato di Cannes dove era il ragazzo e abbiamo scoperto che era stato arrestato e che l’avevano portato a Grasse. Sono andata laggiù ma non l’hanno fatto vedere perché ci voleva il Visto del giudice, là per ogni cosa ci vuole sempre il Visto del giudice. Non sapendolo credevo di entrare e gli avevo portato i vestiti, tutto quello che gli serviva e invece l’ho dovuto lasciare a un Avvocato in Francia e l’ho rivisto dopo un mese mio figlio, dopo 51 giorni che mio figlio non me lo restituivano, sono andata a Nizza per rivedere il corpo di mio figlio. Mi hanno detto che non lo potevo vedere perché il corpo era deteriorato, dalla rabbia sono andata su nel carcere di Grasse a manifestare la mia più grande rabbia che potevo nello scrivere “Carcere assassino me l’avete ucciso due volte”, queste sono le parole che ho scritto. Loro hanno chiamato la Polizia, mi hanno fatto arrestare e oltretutto mi hanno spinto, mi hanno dato un calcio alle costole che me le hanno fratturate, questo è il risultato della Francia. Voglio giustizia come mi ha promesso il giudice che quando entrano vivi devono uscire vivi! Vorrei che queste cose non succedessero nelle carceri, come né in Italia né in Francia, perché questi ragazzi che entrano vivi ci devono uscire vivi e non subire quello che subiscono, perché ora è l’ora che la facciano finita di picchiare, di massacrare queste persone che sono esseri umani! Nella mia disgrazia penso a questi ragazzi che sono dentro e soffrono per quello che ha sofferto mio figlio, questo mi fa male!"

Un corpo senza organi
Avv. Lasagna: "Da parte mia, posso dare un contributo per la ricostruzione della vicenda, l’Avvocato Aldo Lasagna che insieme alla collega Maria Grazia Menozzi sta seguendo a nome della famiglia il caso terribile, agghiacciante di Daniele Franceschi.Ci sono due inchieste giudiziarie aperte: una sul territorio francese affidata a un giudice istruttore dopo che il Procuratore della Repubblica di Grasse ha aperto questa inchiesta, una sorta di istruttoria formale, sulla falsariga di quella che è la procedura attualmente vigente in Francia molto simile al vecchio rito, al rito previgente del nostro ordinamento giuridico prima della riforma del 1989 e un fascicolo aperto da parte della Procura della Repubblica di Lucca sulla base dell’esposto – denuncia presentato dall’autorità diplomatica e consolare italiana a Nizza.
Le ipotesi sul tappeto sono due: 1) l'ipotesi di omicidio colposo; 2) di omicidio volontario, omicidio colposo perché nei confronti del povero Daniele si sono registrate una serie inestricabile e clamorosa di omissioni, di lacune, di negligenze che sarebbero culminate in un’eclatante, clamorosa ipotesi di mala sanità, al momento di assistere il povero Daniele all’atto finale, al momento del malore che ha provocato il decesso fatale. Soprattutto dalla ricostruzione, dalle deposizione testimoniali che sono emerse finora i racconti dei compagni di detenzione e quanto emerge dalle lettere, dal materiale scritto, prodotto dal povero Daniele, dalle lettere che inviava alla madre, appare certo che le disperate invocazioni, le richieste di aiuto di Daniele non siano state accolte. Daniele aveva scritto alla mamma di essersi sentito male, di provare questi forti dolori, una volta almeno di avere avuto questa febbre alta, altissima sui 40° circa Su tutto questo indaga la Procura di Grasse, il Giudice istruttore sta raccogliendo tutto il materiale probatorio, ha disposto anche ulteriori ricerche e perquisizioni di quello che è il manoscritto, di quelle che sarebbero le lettere di Daniele che potrebbero anche nascondere degli elementi estremamente importanti per poter ricostruire quelli che sono i rapporti con i compagni di cella, quelle che erano le rivelazioni clamorose che aveva fatto all’interno del carcere di Grasse e dovrebbe poi arrivare, nel giro di qualche mese, a formulare un’imputazione, un capo di accusa nei confronti, si presume, del personale sanitario del carcere stesso, nei confronti dei vertici, della struttura dirigenziale dell’intero carcere. Oltre a questo ovviamente da parte di noi legali è ferma intenzione procedere anche a fare luce anche sui giornali della detenzione, affinché venga alla luce quel clima di abusi che Daniele stesso avrebbe subito, sopportato in quei fatidici giorni e che anche questi sono stati tratteggiati nelle lettere che lui inviava alla madre.
Terminata, ultimata la procedura di rimpatrio della salma del povero Daniele, c’è stata l’agghiacciante scoperta delle condizioni in cui sono tornati quei poveri resti, il cadavere orribilmente decomposto e la privazione, l’asportazione di gran parte degli organi vitali, chiaramente tutto questo è stata la conferma, purtroppo che tutto questo ci ha allontanato dalla ricerca della verità. Ultimamente abbiamo proposto un’istanza, la quale è stata formalizzata dal giudice istruttore francese affinché almeno gli organi di Daniele, che dovrebbero tornare nel nostro paese con scadenza 15 novembre – 15 dicembre per procedere a ulteriori accertamenti di carattere anatomo-patologico da espletare sul territorio italiano, almeno quegli organi siano preservati, tali da permettere questo ulteriore accertamento e a opera di un medico legale incaricato, nostro fiduciario. Le ragioni addotte dalle autorità francesi a giustificazione del loro comportamento sono assolutamente risibili, secondo noi, ci risulta notizia di un fax che sarebbe stato inoltrato, trasmesso dalle autorità competenti, dal Procuratore della Repubblica di Grasse attraverso il commissariato locale, attraverso la locale autorità di Polizia, l’istituto di medicina legale preposto alla conservazione degli organi che non sarebbe mai arrivato. Un’altra giustificazione addetta dalle autorità francesi è quello che l’istituto di medicina legale non aveva le capacità, non aveva tecnicamente la possibilità di provvedere alla conservazione del corpo e che il protocollo vigente presso questo istituto di sanità, questo istituto di medicina legale, prevedeva comunque una conservazione del corpo a una temperatura nettamente superiore, rispetto a quello standard adottata o prevista nel nostro paese, queste giustificazioni fornite dalle autorità francesi non ci convincono assolutamente e è per questo che continuiamo nella nostra battaglia per l’accertamento della verità o per gettare almeno degli squarci di luce sull’intera vicenda."
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