Ci state chiedendo perché c'è così tanta oscillazione nel calcolo della magnitudo del terremoto. Prima 7,1, poi 6,1, poi 6.5... E già cominciano a diffondersi nuove teorie del complotto.
Allora chiariamo una volta per tutte:
Il processo di misurazione e localizzazione di un terremoto avviene in più fasi:
Fase 1- A 2 minuti da un evento sismico avviene una valutazione automatica, basata sui dati inviati dalle stazioni sismiche più vicine all’evento. In questa prima fase è possibile avere una prima stima della posizione dell’epicentro, della profondità e della magnitudo del terremoto.
Fase 2- A 5 minuti dal sisma si valutano i dati disponibili dai sismogrammi di tutte le stazioni della Rete Sismica Nazionale interessate dal terremoto. Questa seconda stima, sebbene ancora automatica, risulta essere più precisa della precedente.
Fase 3- Entro 30 minuti dall'evento (in media dopo circa 10-15 minuti), i sismologi della Sala Operativa di Monitoraggio Sismico valutano tutte le stime, analizzano i dati disponibili, individuano i tempi con cui le onde P ed S arrivano alle diverse stazioni. In questa terza fase la stima della magnitudo e la localizzazione non avvengono in modo automatico, ma sono elaborate dai sismologi in modo estremamente accurato. Solo a questo punto i dati e le stime precise vengono comunicati al Dipartimento della Protezione Civile.
La presenza di oscillazioni nel computo della magnitudo è dunque una conseguenza necessaria del fornire dati immediati (seppur ancora incompleti), in modo da poter lanciare immediatamente l'allarme e velocizzare al massimo le operazioni.
In momenti drammatici come quelli post-terremoto è fondamentale concentrare l'attenzione sui soccorsi ed evitare di creare confusione attraverso incorretta informazione. Avvelenare i canali di informazione tramite teorie complottiste non è solo sconsiderato, ma praticamente dannoso.
Davide Fronzi ingegnere in carica ai Falchi della Rovere di Senigallia.
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