A pochi giorni dalla presentazione del
nuovo modello del noto melafonino, uno nuovo scandalo sta travolgendo
l'azienda di Cupertino. Il tema è sempre lo sfruttamento dei lavoratori
in Cina.
Nuove indiscrezioni sulla Foxconn stanno rovinando la festa alla Apple,
che ieri ha presentato al pubblico il nuovissimo iPhone5. Si tratta
della sesta generazione dello smartphone con cui la mela verde di
Cupertino ha rivoluzionato il mondo della telefonia. La sesta
generazione prodotta sfruttando lavoratori cinesi.
L'inchiesta è stata portata avanti da un giovane reporter cinese che si è
infiltrato per 10 giorni come operaio. Il resoconto di quello che ha
visto è stato pubblicato dallo Shanghai Evening Post, con il titolo
"Foxconn Undercover", a raccontare, ancora una volta, le orribili
condizioni di lavoro nell'impianto in cui si assembla il nuovo
melafonino. A cominciare dai turni di lavoro massacranti, per finire con
le pessime condizioni igieniche o di sicurezza e le continue vessazioni
da parte dei superiori, L'inferno Foxconn è rimasto lo stesso, ripagato
con un salario miserevole inferiore ai 200 euro.
"Secondo i miei calcoli, devo terminare almeno 5 mascherine di iPhone al minuto, visto che in 10 ore devo finire 3000 mascherine
posteriori dell'iPhone 5. Ci sono in totale 4 linee di produzione
incaricate di questo processo, 12 operai per ogni linea. Ogni linea può
produrre 36000 mascherine posteriori di iPhone 5 in mezza giornata. Roba
da far spavento... Finisco di lavorare alle 7 del mattino", racconta il
reporter della sua terribile esperienza.
Nei dormitori la situazione è persino peggiore: "la
prima notte nel dormitorio Foxconn è un incubo. Quando ho aperto il mio
armadio sono usciti un sacco di scarafaggi". Al loro interno è possibile
persino contare 10 persone su un letto a castello, "l'intero edificio è
impregnato di un odore di spazzatura, pesce e cibo a buon mercato;
vicino a ogni porta ci sono cataste di buste dell'immondizia", racconta
il giornalista, che spiega di aver partecipato a un corso di formazione
di 3 giorni prima di firmare un contratto molto rigido sugli obblighi
dei lavoratori e poca sui loro diritti, compreso nessun accenno agli
orari di lavoro.
Sul China Daily,invece, desta stupore anche un'altra vicenda:
migliaia di studenti cinesi, spiega il Telegraph, sarebbero stati
obbligati a lavorare nelle fabbriche della Foxconn per "stage"
sottopagati, probabilmente proprio per aumentare la produzione del
nuovo modello dello smart phone. Una studentessa di contabilità di
Huai'an, città della Cina orientale, ha raccontato: "anche se le scuole
hanno siglato con Foxconn un accordo per un periodo di tirocinio, non
hanno informato né studenti né genitori. Una o due scuole hanno
cancellato i programmi di stage con la Foxconn, ma il mio istituto li ha
confermati, punendo anche alcuni studenti che si erano opposti".